Il biotrituratore è un macchinario utilizzato nel settore agricolo, nella manutenzione di aree private di giardini di piccole o medie dimensioni per sminuzzare tutto il materiale di scarto raccolto dopo la fine della pulizia. Tra i residui di scarto rientrano: ramaglie, potature di fronde, foglie secche, fiori recisi, erba tagliata, segatura e paglia.
In base ai residui presenti nel proprio giardino bisogna scegliere il biotrituratore più indicato alle proprie necessità; i modelli offrono prestazioni molto diverse a seconda delle funzionalità, dell’alimentazione, delle dimensioni e della potenza.
Si possono individuare tre tipologie di biotrituratori:
- le cippatrici che sono finalizzate a ridurre in scaglie i materiali prevalentemente di legno;
- le trinciatrici che solitamente si agganciano ad un trattore e trinciano l’erba ed i residui di orto direttamente sul terreno;
- i trituratori da giardino capaci di triturare in piccoli frammenti ogni sfalcio di origine organica.
Il trituratore da giardino e la cippatrice vengono generalmente utilizzati per fini domestici, agricoli ed industriali mentre la trinciatrice è finalizzata ad un uso esclusivamente rurale.
I biotrituratori sono composti da 4 componenti principali: un motore, un macchinario di triturazione, una tramoggia ed una struttura per la movimentazione. A questi elementi se ne possono aggiungere altri come la paletta, il tubo di espulsione ed il contenitore di raccolta.
1° consiglio: il contenitore di raccolta di solito viene fornito già in dotazione con un biotrituratore professionale o comunque con un modello di medio-alto livello. È opportuno scegliere un contenitore trasparente così da valutare la quantità di sfalci che è possibile continuare a triturare ottimizzando il funzionamento del dispositivo.
Una caratteristica fondamentale da tenere a mente è la tipologia di taglio del biotrituratore che di fatto incide notevolmente sulle prestazioni finali. Esistono 3 tipologie di taglio: sistema a turbina, sistema a rullo e sistema a lame.
Il sistema a turbina è quello più efficiente e performante poiché le turbine triturano indistintamente ogni tipologia di piante da quelle con tronco legnoso agli arbusti flessibili fino alle frasche. Il dispositivo agisce come un tritarami a 360° e garantisce anche una maggiore quantità di materiali tritati prima che il cesto si riempia. La turbina, inoltre, crea una corrente aspirante che rende più rapido e veloce l’inserimento di rametti e foglie di piccole dimensioni. Il motore lavora ad un basso numero di giri al minuto, determinando anche una notevole silenziosità.
Il trituratore rami con sistema a rullo è più economico rispetto al modello precedente ma anche meno performante. Questo sistema tritura residui più grossi e fa fatica a tagliare le foglie ed i fili d’erba. Questo modello si inceppa più facilmente ed infatti alcuni biotrituratori sono dotati della funzione di inversione della rotazione per rimuovere i rami incastrati.
Il biotrituratore con sistema a lame è indicato per triturare e rimuovere prevalentemente rametti e frasche, mentre è poco efficace su rami molto spessi. Indubbiamente rappresenta la scelta più economica e si adatta bene ai piccoli orti ed ai piccoli giardini che non hanno bisogno di una manutenzione particolare, ma di contro è anche più rumoroso.
2° consiglio: il biotrituratore a turbina è indicato per chi ha un giardino molto ampio con una flora variegata o per chi ha un orto con alberi da frutto.
Il biotrituratore può essere di due tipologie: elettrico e a scoppio. Per fare la scelta giusta bisogna valutare l’uso e l’intensità dello sforzo necessario secondo le proprie finalità.
Il biotrituratore elettrico è più indicato per un utilizzo domestico in quanto risulta più maneggevole e leggero. Questo modello ha lo svantaggio di dover essere collegato ad una presa elettrica, ma risulta la scelta ideale per rapporto qualità/prezzo per la manutenzione ordinaria di giardini e di orti di piccole dimensioni.
Il biotrituratore a scoppio è alimentato a benzina ed offre prestazioni più elevate, ma è più costoso e pesante. Il suo utilizzo è indicato per pulizie di tipo professionale su giardini e prati di grandi dimensioni, ma è poco adatto per un utilizzo domestico anche perché ha dimensioni piuttosto ingombranti che richiedono uno spazio ampio dove essere custodito.
3° consiglio: quando si acquista un biotrituratore elettrico bisogna considerare l’ampiezza del giardino su cui lavorare per dotarsi di una prolunga della lunghezza adeguata per triturare rami e foglie in totale comodità.
L’alimentazione del biotrituratore dipende dalla tipologia di motore che, come indicato nel paragrafo precedente, può essere elettrico oppure a scoppio. Uno dei modelli più versatili che offre il mercato è il biotrituratore Negri, un macchinario di natura hobbistica che può essere fornito in versione elettrica, con motore a benzina o anche in versione a trattore con attacco a 3 punti.
Un altro parametro fondamentale per scegliere il biotrituratore è la potenza che incide sulla velocità, sulla quantità e sulla qualità del taglio. Fondamentalmente i modelli disponibili sul mercato offrono 3 tipologie di potenze:
- potenza bassa, inferiore ai 2000 W. Si tratta di una potenza piuttosto ridotta erogata generalmente da un biotrituratore usato o scadente;
- potenza media, compresa tra i 2000 W ed i 2500 W. La maggior parte dei biotrituratori offre questa tipologia di potenza;
- potenza alta, superiore ai 2500 W. I migliori biotrituratori sul mercato, che offrono prestazioni di alto livello, rientrano in questa categoria.
Altro aspetto da considerare è la rumorosità del biotrituratore che viene espressa in dB. L’orecchio umano non dovrebbe mai essere esposto a rumori superiori ai 90 dB, altrimenti c’è il serio rischio di danni permanenti all’udito. In linea di massima la rumorosità di un biotrituratore non dovrebbe mai superare i 100 dB.
La scelta naturalmente dipende anche dalla tipologia d’uso dell’utensile: chi è solito pulire il prato di mattina presto dovrebbe optare per modelli molto silenziosi così da non creare rumori molesti ai vicini o ai propri familiari. Chi invece usa il biotrituratore a mattina inoltrata o nel tardo pomeriggio può optare per modelli più rumorosi.
4° consiglio: l’esposizione continua a rumori anche inferiori ai 100 dB potrebbe essere comunque pericolosa per l’orecchio umano, perciò è opportuno dotarsi delle cuffie di protezione oltre ai guanti ed agli occhiali.
La manutenzione del biotrituratore consiste nella sostituzione dei filtri aria e dell’olio motore e la sua cadenza dipende dalla tipologia del modello e dal suo utilizzo. Altre operazioni necessarie sono il controllo della chiusura di bulloni di fissaggio e la verifica periodica delle viti di fissaggio della tramoggia che col tempo potrebbero allentarsi a causa delle vibrazioni.
La pulizia dei martelli può essere eseguita con un semplice getto d’acqua ed è consigliato l’utilizzo di olio lubrificante per evitare la loro ossidazione. Se sono richiesti interventi di manutenzione più complessi è consigliabile rivolgersi ad un personale specializzato e professionale.
Altro tema di particolare importanza è la sicurezza che deve garantire standard elevatissimi. Il biotrituratore, infatti, deve impedire ogni contatto accidentale tra le lame e le dita delle mani, adottando i giusti sistemi di sicurezza. Alcuni modelli racchiudono il sistema di taglio all’interno del corpo della macchina, mentre altri più sofisticati sono dotati di un dispositivo di sicurezza che impedisce al motore di azionarsi se non è presente il cesto di raccolta, particolarmente utile non solo ai fini della praticità ma anche della sicurezza.
Altro accessorio funzionale per garantire una maggiore sicurezza è la paletta convogliatrice poiché è in grado di spingere gli elementi più leggeri come foglie e frasche verso il sistema di taglio senza avvicinare troppo le mani.
5° consiglio: quando si eseguono le opere di manutenzione bisogna assicurarsi che il biotrituratore sia spento e che nei modelli elettrici la spina sia staccata dalla presa di corrente.
Resta un ultimo fattore da considerare per scegliere il miglior biotrituratore: i prezzi.
Il costo di un biotrituratore dipende dalle sue caratteristiche tecniche e dal marchio produttore. I modelli professionali o comunque capaci di offrire prestazioni elevate hanno un costo superiore ai 350 euro. I modelli più economici che rientrano nella fascia bassa hanno un costo che oscilla tra i 100 ed i 200 euro.
Prima di acquistare un biotrituratore quindi è opportuno capire in che modo si intende utilizzarlo, su quali superfici dovrà lavorare e quali sono le sue specifiche tecniche. Chi deve triturare rami e foglie di grandi dimensioni su ampie superfici dovrebbe optare per un modello di fascia alta. Diversamente, chi deve triturare prevalentemente rametti e frasche di piccole dimensioni può virare su un modello di fascia medio-bassa più economico.
Sono disponibili sul biotrituratore offerte molto vantaggiose soprattutto nei periodi di saldi, che consentono di portarsi a casa ottimi modelli a prezzi molto competitivi.